Vero è anche, però, che le relazioni umane hanno bisogno di
equilibrio, per svilupparsi in maniera sana. In condizioni di equilibrio (e in situazioni di serenità, piuttosto che
di emergenza sanitaria come oggi), quando in casa si sviluppano tensioni
che possono minacciare l'equilibrio familiare, la valvola di sfogo più semplice
e anche più raccomandata, è sempre stata quella di "uscire" talvolta
dal contesto, cercare interessi che spostino l'attenzione altrove. Si tratta
proprio di una separazione delle circostanze da spazio e da tempo, per quel
tanto che basta a ristabilire l'equilibrio. Allora può valere una passeggiata,
andare a pesca, fare sport...tutte attività al momento vietate. E qui nasce il
problema.
Per dirla alla darwiniana maniera, è possibile che le
strutture familiari più robuste si tengano forti fino al "dopo", con
sforzi non da poco. E, in questo caso, proprio quegli sforzi cementificheranno
qualche crepa, aiutando la "crescita umana" di tutto il nucleo, come
ci si augurava in altro testo.
Laddove però le basi non sono solide, la convivenza spinta e
forzata, può generare il classico "effetto polveriera". In questo
caso, a differenza di condizioni nelle quali la maturità media dei componenti
della famiglia e del "senso familiare comune" è tale da poter
sostenere lo "scontro diretto" che si auspicava persino, si può assistere
ad episodi addirittura drammatici.
La cronaca ce ne offre di alcuni, saranno presi in
considerazione anche non conoscendone le cause effettive, ma valgono ad esempio
dei possibili effetti che può avere una deflagrazione delle tensioni
all'interno di rapporti non sani.
Ciò che è accaduto a Roma nella notte scorsa denuncia
sicuramente stati psichici non sani che dovranno poi essere accertati. Ma non è
escluso che possa trattarsi dell'esplosione di un contesto familiare sotto
pressione.
Allo stato attuale, pur contro il pensiero e le convinzioni
personali di chi scrive, appare forse necessario trovare valvole di sfogo
altrove.
In questo caso (non
avrei mai creduto di poterlo dire) torna utile la scomposizione delle
categorie spazio temporali generata dal web e dai media elettronici in generale.
Laddove i media generano alienazione, in contesti nei quali
apparrebbe necessario concentrarsi sulla "costruzione" attenta, lenta
e soprattutto voluta di rapporti sani all'interno della famiglia, in situazioni
come quelle presenti invece vale la pena di usare l'effetto alienante come
valvola di sfogo, come evasione, quella necessaria e sufficiente a scaricare la
pressione accumulata nelle relazioni immediate del contesto casalingo.
Si tratta naturalmente di scegliere il male minore, ma ora
come ora è una scelta altamente consigliata in contesti familiari già scomposti
all'origine. E varrebbe la pena di tentare di sostituire, gradualmente, a tale
scelta, decisioni e percorsi più sani, volti al recupero di equilibri nuovi.
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