Opinioni e Prospettive

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lunedì 23 marzo 2020

Il rovescio della medaglia: la "polveriera" familiare, tra rischio esplosione o tentativo di evasione virtuale

Indubbiamente la riscoperta di una dimensione "domestica" della famiglia è un percorso oggi obbligato che può generare frutti di crescita umana interessanti ed auspicabili.
Vero è anche, però, che le relazioni umane hanno bisogno di equilibrio, per svilupparsi in maniera sana. In condizioni di equilibrio (e in situazioni di serenità, piuttosto che di emergenza sanitaria come oggi), quando in casa si sviluppano tensioni che possono minacciare l'equilibrio familiare, la valvola di sfogo più semplice e anche più raccomandata, è sempre stata quella di "uscire" talvolta dal contesto, cercare interessi che spostino l'attenzione altrove. Si tratta proprio di una separazione delle circostanze da spazio e da tempo, per quel tanto che basta a ristabilire l'equilibrio. Allora può valere una passeggiata, andare a pesca, fare sport...tutte attività al momento vietate. E qui nasce il problema.
Per dirla alla darwiniana maniera, è possibile che le strutture familiari più robuste si tengano forti fino al "dopo", con sforzi non da poco. E, in questo caso, proprio quegli sforzi cementificheranno qualche crepa, aiutando la "crescita umana" di tutto il nucleo, come ci si augurava in altro testo.
Laddove però le basi non sono solide, la convivenza spinta e forzata, può generare il classico "effetto polveriera". In questo caso, a differenza di condizioni nelle quali la maturità media dei componenti della famiglia e del "senso familiare comune" è tale da poter sostenere lo "scontro diretto" che si auspicava persino, si può assistere ad episodi addirittura drammatici.
La cronaca ce ne offre di alcuni, saranno presi in considerazione anche non conoscendone le cause effettive, ma valgono ad esempio dei possibili effetti che può avere una deflagrazione delle tensioni all'interno di rapporti non sani.
Ciò che è accaduto a Roma nella notte scorsa denuncia sicuramente stati psichici non sani che dovranno poi essere accertati. Ma non è escluso che possa trattarsi dell'esplosione di un contesto familiare sotto pressione.
Allo stato attuale, pur contro il pensiero e le convinzioni personali di chi scrive, appare forse necessario trovare valvole di sfogo altrove.
In questo caso (non avrei mai creduto di poterlo dire) torna utile la scomposizione delle categorie spazio temporali generata dal web e dai media elettronici in generale.
Laddove i media generano alienazione, in contesti nei quali apparrebbe necessario concentrarsi sulla "costruzione" attenta, lenta e soprattutto voluta di rapporti sani all'interno della famiglia, in situazioni come quelle presenti invece vale la pena di usare l'effetto alienante come valvola di sfogo, come evasione, quella necessaria e sufficiente a scaricare la pressione accumulata nelle relazioni immediate del contesto casalingo.
Si tratta naturalmente di scegliere il male minore, ma ora come ora è una scelta altamente consigliata in contesti familiari già scomposti all'origine. E varrebbe la pena di tentare di sostituire, gradualmente, a tale scelta, decisioni e percorsi più sani, volti al recupero di equilibri nuovi.

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