Diciamocelo chiaro, molto probabilmente bisognerà abituarsi
all'idea che questa situazione di emergenza sanitaria resti permanentemente,
sebbene in forme diverse, periodo dopo periodo e imparare a convivere con il virus.
Dovremo molto probabilmente imparare a convivere col rischio...con
un rischio certamente elevato e insidioso. Non ce lo toglieremo di torno
facilmente e, quando sembrerà che ci saremo riusciti, probabilmente esso
tornerà in auge sotto altra forma.
Questa è quella che sembra essere la prospettiva più
accreditata.
Probabilmente la comunità scientifica sfornerà una serie di
vaccini obbligatori, sui quali si fonderanno incertezze almeno pari a quelle
sulle quali si fonda la nostra stessa incolumità, perché sarà fuori di dubbio
che l'industria farmaceutica trarrà i maggiori profitti da tutto questo.
Il punto è decidere, fare una scelta, farla adesso...e sembra
essere una scelta di campo netta e impegnativa:
o lo VIVIAMO il nostro tempo, oppure lasceremo il campo a chi
lo farà al posto nostro in nostro nome e per nostro conto.
O saremo protagonisti del nostro tempo oppure ne saremo
succubi...
...che poi non è né più, né meno di quello che è sempre valso,
anche prima, in assenza di coronavirus.
O andiamo avanti nella nostra vita, nei nostri progetti di
vita, nei nostri impegni, adeguandoci a uno scenario completamente stravolto
che comporta un totale cambiamento delle abitudini di vita, accettando dunque
tutte le restrizioni che dovremo subire,
oppure dovremo stare ugualmente alle stesse restrizioni,
dovremo ugualmente adeguarci a scenari completamente diversi da quelli ai quali
eravamo abituati (sia intesi in senso stretto
perché anche quelli non saranno più uguali, sia in riferimento alle nostre consuetudini),
chiudendoci in noi stessi, mortificando la nostra stessa vita e i nostri sogni.
Nessuno ci dice che sarà così sempre, ma neanche prima
potevamo essere certi di cosa ci avrebbe riservato il futuro.
Certo siamo anche vittime di un sistema basato
sull'incompetenza, sull'arrivismo, sulla presunzione e sulle manie di
protagonismo, su deliri di onnipotenza corroborati da un atteggiamento mafioso
e violento, che ricatta gli stati, le economie, un sistema mafioso e complice
che a quei ricatti presta il fianco pur di conservare i propri privilegi...certo
che è così!!! Ne abbiamo contezza quotidianamente!!!
Ma abbiamo una scelta:
accettare di subire tutto supinamente o reagire. Se si
reagisce, però, lo si fa con convinzione, con determinazione e con sacrificio, se non
altro perché possiamo ancora conservare una speranza. Per ognuno di noi c'è una
speranza che ha un nome e un cognome, i nostri figli sono la nostra speranza...
Il nostro impegno, il compito più grande, il sacrificio più
duro è rinunciare a qualunque cosa,
meno che a preparare il terreno per farvi crescere
"coscienze" libere, menti autonome pensanti, persone capaci di
assumersi il compito più alto che l'esistenza ha donato loro: dare
"valore" alla loro vita e segnare la storia con il loro passaggio.
E che sia la loro vita segnata dalla dignità umana, dal
desiderio di conoscenza e dallo spirito critico autentico e personale al quale
non rinunciare mai, dallo spirito di servizio, dall'umiltà e dall'altruismo, dal
più profondo senso della carità.
Che non smettano mai di sperare e di sognare di poter realizzare
un mondo veramente a misura d'uomo.
Che non accettino mai i ricatti e le seduzioni di logiche di
profitto.
Che non accettino mai ideologie massificanti, rinunciando al loro pensiero autentico ed originale.
Che non vengano mai meno a loro stessi per convenienza o per
"quieto vivere".
Che non perdano mai la loro speranza così come noi non la
perderemo grazie a loro.
Se sceglieremo questa strada, vivremo sicuramente con molte
più difficoltà, d'ora in avanti, rispetto a come vivevamo solo pochi mesi
fa...ma avremo la forza, la voglia e l'entusiasmo di farlo per qualcosa di
veramente importante.
Non avremo più incertezze di quante ne avevamo prima, perché
almeno avremo scelto una direzione certa.
Forse l'avremmo fatto ugualmente, prima. Ma oggi ne sentiamo
il bisogno in maniera più forte.
La vocazione di genitori e di educatori, oggi la sentiamo più
forte, oggi abbiamo ancora più bisogno di riversare nei nostri figli le nostre
speranze.
Perché se a noi è toccata una sventura che ha coinvolto anche loro,
insegnando loro a vivere col desiderio di cambiare il mondo e con l'onestà di
farlo per il bene altrui, possiamo sperare che il mondo migliore che vorremmo
per loro siano loro stessi a costruirselo.
Ma se perdiamo noi la speranza, non riusciremo nemmeno a
trasmetterla a loro.